Elena Sofia Ricci: “Il film su Rita Levi Montalcini, il nostro abbraccio ai medici”

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“Quando le chiesero come si sentiva nel ricevere il premio Nobel, rispose ‘inadeguata’. Così mi sono sentita io, tutti i giorni delle riprese” dice Elena Sofia Ricci, che dopo quattro ore di trucco è diventata Rita Levi Montalcini nel film tv diretto da Alberto Negrin in onda il 26 novembre in prima serata su Rai 1. Il viaggio alla scoperta di una scienziata – Nobel per la medicina nel 1986 – ma soprattutto di una donna straordinaria, con le idee chiarissime, fin da ragazzina. La sua passione è la ricerca. Quando annuncia che si iscriverà alla facoltà di Medicina il padre (Francesco Procopio) la mette in guardia: “Tutte le donne della mia famiglia erano molto più intelligenti degli uomini, ma non sono riuscite a lavorare”. E lei replica che il matrimonio non è nei suoi piani, vuole dedicarsi allo studio. “Non ho nessun istinto materno, so con certezza che non mi voglio sposare. Se diventi donna e madre gli impegni familiari ti sovrastano. Una donna non può essere tutto, non in questo secolo”.
Ricci (anche lei e la figlia sono rimaste contagiate dal Covid, lo ha scoperto dopo essersi già negativizzata facendo l’esame sierologico), tiene a evidenziare quanto sia importante che il film Rita Levi-Montalcini arrivi in questo momento: “È un abbraccio virtuale non solo a un gigante della scienza, ma a tutti i medici e agli scienziati impegnati nella ricerca, fondamentali per la collettività” spiega l’attrice. “Mai come in questo ultimo anno ci siamo resi conto di quanto siamo vulnerabili, il film è dedicato a chi combatte il virus in prima linea e ai giovani: mi sarebbe piaciuto far vedere il film nei licei. Ha il merito di riportarci, dopo decenni di edonismo sfrenato, a riflettere su quanto le nostre azioni si ripercuotano sulla comunità”.

L’attrice si è avvicinata alla professoressa Levi-Montalcini da tempo, scegliendo brani dai suoi libri per l’intervento alla Giornata della salute della donna. “Per me averla interpretata è un onore immenso”, spiega chiarendo di averle voluto “rendere un omaggio, rifuggendo l’imitazione. Mi sono affidata a Emanuela Aureli vocal coach nonché imitatrice storica di Montalcini, procedendo poi a un lavoro di sottrazione, per evitare l’effetto caricatura”.

Interpretato tra gli altri da Gianluca Angeletti nel ruolo dell’assistente del premio Nobel, Franco Castellano in quello del suo mentore, il professor Giuseppe Levi, padre della scrittrice Natalia Ginzburg, Maurizio Donadoni in quelli del professor Poli-Richeter e dalla giovane Elisa Carletti nelle vesti di Elena, violinista dodicenne che rischia di perdere la vista, il film spiega il carattere, il rigore della scienziata, che viveva la ricerca come una missione.

“La cosa più bella è stata avere accanto la nipote Piera Levi Montalcini che ci ha consentito di girare nella casa di Rita” racconta l’attrice. “È stata un’emozione immensa girare delle scene nel suo letto, addirittura con le sue lenzuola. Aveva una branda singola, senza neanche la testiera. Ho visitato anche dei monasteri di clausura, ma la sua stanza era ancora più spartana, e questo dice molto sulla sua personalità, aveva un grande senso del dovere viveva per la ricerca, al sonno concedeva poca importanza”. A un suo assistente regalò un appartamento vicino al Cnr affinché impiegasse meno tempo a raggiungerla in laboratorio. La neurologa, premio Nobel, senatrice a vita, che si è sempre battuta per l’istruzione alle ragazze, è morta a Roma nella sua casa il 30 dicembre 2012. Aveva 103 anni. Diceva: “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza”.